#CharlieHebdo: tranquilli, in Italia non può accadere

by | Gen 8, 2015 | Cultura e società | 0 comments

Oggi nel mondo si sentono tutti un po’ Charlie Hebdo, o almeno così dicono. Mettono la foto del profilo dei social network con l’hashtag e osannano i martiri di questo schifoso atto di violenza consumato ieri a Parigi.

Pure in Italia oggi si sentono un po’ tutti Charlie Hebdo. Pure quelli che fino a ieri dicevano che Jenus a volte è “un po’ blasfemo” (Jenus blasfemo???) oggi dicono che sono Charlie Hebdo. Ma fatemi il piacere!

Ma quello che penso da stamattina è: siamo più shockati per il fatto violento o perchè hanno messo a tacere dei vignettisti che facevano satira?

Secondo me per il fatto violento di per sè, ma spero di sbagliare. Sarà che il massacro avrà risvegliato le coscienze, ma io mica me le ricordo, fino a ieri, queste frotte di vignettisti e attori satirici che massacravano, dissacravano e scorticavano i vezzi del potere, i vizi della religione e lazzi della plebe al pari di Charlie Hebdo? Io di eroi scanzonati non me ne ricordo uno in Italia da un bel po’ di tempo.

In questo paese non si fa satira politica, sociale, figuriamoci religiosa (che tra le altre cose può essere punita con una multa dai 1000 ai 5000 euro in base all’articolo 403 del codice penale!).

Tutt’al più ci si limita a solleticare i vizi e i difetti, oppure a ribadire, senza incidere ormai più su nessuno, sempre la stessa cosa, ossia che gli operai hanno sempre questa questione irrisolta cogli ombrelli.

Ditemi un po’ voi qualcuno che sta veramente sulle scatole a tutti, qualcuno che ogni volta che parla, scrive o disegna fa tremare le sedie o pensare, che poi è la cosa più pericolosa. Ditemelo un po’ voi, perchè io è da stamattina che ci sto pensando e non mi viene in mente nessuno.

E non mi venite a parlare di Crozza e Guzzanti, Vauro e Altan! Sono vuoti e non pungono nessuno: dicono esattamente quello che ti aspetti che dicano. Al più ti strappano un sorriso, mica ti tengono tre giorni a pensare a un fatto?

Io non lo so se in Italia siamo troppo buoni, troppo codardi o troppo ignoranti, ma fatt’è che di gente che dice cose io non la incontro da tempo.

La codardia si nasconde dietro alla bontà, ma è l’ignoranza che sta alla base di tutto.

Non si fanno battute sui neri, sui cinesi e nemmeno sugli zingari. Perchè? Perchè così ci ha detto la maestra. Poco importa poi se non sai riconoscere un senegalese da un keniota (sono tutti neri mammamia), poco importa se non hai mai letto letteratura cinese o se usi indiscriminatamente la parola “romeno”, “gitano” e “zingaro”. Poco importa se sei di un’ignoranza spaventosa, basta che non fai battute, perchè non sta bene.

E vi pare rispetto questo? A me sembra piuttosto il contrario.

Oltre ai fenomeni di evidente razzisimo, omofobia o quale altra stupidaggine s’è inventato l’uomo per sentirsi superiore a chi lo circonda, mi spaventa l’atteggiamento dei buonisti che alla fine “trattano” i gay come diversamente eterosessuali o i musulmani come diversamente cristiani. E’ negare la reale diversità tra gli individui che porta all’annullamento di tutti. Vi ricordate quello che dicevano i gerarchi a Norimberga? Negare l’individualità dei prigionieri nei lager era un compito imposto e noi lo eseguivamo. Facciamocene una ragione, ci viviamo dentro e ci sentiamo anche molto buoni.

Il mondo è fatto di gente diversa. Ci sono bianchi, neri, gialli, a pois. Ci sono cristiani, musulmani, buddhisti, atei, animisti. Ci sono quelli che vanno con una sola moglie, quelle che hanno voglia di due uomini alla volta, quelli che stanno solo con maschi e quelle solo con femmine. Ci sta addirittura gente a cui piace la musica dodecafonica.

Sono culturalmente diversa da uno che è nato e cresciuto in Africa, o in Scandinavia o in Cina.
Sono sessualmente diversa da uno che è attratto da persone dello stesso sesso.
Sono religiosamente diversa da uno che prega guardando la Mecca e da un altro che crede di reincarnarsi in un’altra vita.

E sti cazzi! Se li conosco,  li rispetto. Mica c’è bisogno della continua autocensura per non urtare la sensibilità altrui. Non sarà certo una piccola battuta che romperà la nostra amicizia e stima. E allora sbottonatevi ogni tanto, che tanto la maestra non vi può più bacchettare.

Poi dall’altra parte ci sono quelli che sono bianchi e vorrebbero che esistessero solo bianchi. Ci sono quelli che pregano Gesù e non sia mai detto che te la fai in una sinagoga. Ci sono quelli che gli gira male se vedono una figurina disegnata di Maometto e arrivano pure ad uccidere il vignettista. Ci sono quelli che vanno a fare gli stronzi coi bambini. Ci sono pure quelli che prendono il petrolio da una parte del mondo, in cambio gli danno soldi e armi e poi si sconvolgono quando quelli le armi le usano.

E le battute su questi qua, almeno le fate? Non mi pare! Volete autocensurarvi pure su questo?

Quindi state tranquilli cari intellettuali e politici italiani: quello che è successo a Parigi, in Italia non può accadere semplicemente perchè noi siamo troppo bravi in una cosa: ad autocensurarci! Come il bimbo che all’interrogazione arriva impreparato e piuttosto che sbagliare non apre bocca fingendo il mal di denti. Siamo proprio come quel bimbo: impreparati, codardi e col cuore pieno di melassa.

Ma allora andate al diavolo, voi che oggi vi dite tutti Charlie Hebdo.
Vada al diavolo il Paese che ancora non ha capito la lezione.

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