Pandora nella terra dei fuochi

by | Gen 9, 2014 | Cultura e società | 0 comments

La sala Newton di Città della Scienza era piena mercoledì 8 gennaio in occasione della presentazione del documento unico della task force di scienziati, fondata e promossa dalla dott.ssa Paola Dama, e che ha preso il significativo nome di Pandora.

I problemi in campo sono tanti e la comunità scientifica “non è più disposta a tollerare che si parli solo di opinioni” sottolinea Paola Doma, dottore di ricerca in oncologia molecolare presso la Ohio State Unversity, e aggiunge “siamo un gruppo indipendente e super partes di scienziati che hanno deciso di fare il punto della situazione inquinamento in Campania per tentare di veicolare il caos mediatico degli ultimi mesi grazie alle informazioni che abbiamo raccolto”.

Non esiste in Europa una conoscenza così fitta del territorio come in Campania” spiega Massimo Faniano, professore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli e coordinatore del progetto Ecoremed e continua dicendo che “la terra dei fuochi non è un buco nero: ha gli stessi livelli di inquinamento delle altre pianure industriali europee. Esistono delle zone critiche, ma vanno circoscritte”,

Anche dal punto di vista sanitario arrivano da Pandora dati che sembrano accendere i riflettori su altre cause: il documento sottolinea che “la situazione sanitaria delle province di Napoli e Caserta è tra le peggiori di Italia, ma questo purtroppo è un dato storico, che ha tra le proprie cause l’inquinamento delle matrici ambientali (di cui lo smaltimento illegale di rifiuti ne rappresenta una delle possibili sorgenti) ma anche nelle carenze del sistema sanitario, soprattutto riguardo agli screening e alla prevenzione, le condizioni di disagio socio-economico di molta parte della popolazione, il lavoro nero e la scarsa istruzione”.

Insomma, i componenti di Pandora, tenendo ben presenti i decenni di mala gestione dei rifiuti, sono intenzionati a invitare alla cautela, soprattutto verso i facili allarmismi perché, come si legge nel documento, “tramite l’angoscia e la paura scaturite da un’informazione parziale si smette di ragionare e si crea terreno favorevole per l’azione di demagoghi e di lobby affaristiche”.

L’atmosfera che si respirava nella sala Newton era soprattutto quella della meraviglia di chi, come tutti noi, troppo spesso affida a servizi tv, giornalistici o alla peggio a blog e siti web che non sono quelli degli istituti di ricerca, la quasi totalità delle proprie informazioni.
Ma è anche vero, al contrario, che il mondo della scienza e della ricerca troppo spesso sembra rimanere chiuso nei propri laboratori. Ben venga quindi l’appello di Pandora a condividere le conoscenze disponibili in campo scientifico.
Intanto aspettiamo le reazioni delle amministrazioni.

fonte: laprimapietra.eu

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