A quanti di noi è capitato di acquistare un pc, o qualunque altro dispositivo informatico, “all’ultimo grido” in fatto di velocità, prestazioni e memoria, per poi ritrovarselo sorpassato, dopo solo un annetto, da un nuovo modello più veloce, più potente e con maggiore memoria? Non è sfiga, tranquillizzatevi: la produzione di dispositivi tecnologici e informatici è regolata dalle due “Leggi di Moore”, così chiamate da Gordon Moore, cofondatore di Intel. Moore nel 1965, notando come nel periodo 1959-1965 il numero dei componenti elettronici che formano un chip fosse raddoppiato ogni anno, scrisse in un articolo :

Le prestazioni dei processori, e il numero di transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi.

Nel 1975 la previsione di Moore si rivelò corretta e ancora oggi è diventata il metro, e l’obiettivo, di tutte le aziende che producono processori e transistor. Il limite della prima legge di Moore starebbe solo nel raggiungimento dei limiti fisici imposti per la riduzione delle dimensioni dei transistor, ovvero: più piccoli diventano i dispositivi, più difficile è raddoppiare, a parità di costo, le prestazioni dei processori. Per questo, nel 1995 Arthur Rock, lavorando su un affermazione dello stesso Moore in materia di costi produttivi, affermò che:

Il costo delle apparecchiature per fabbricare semiconduttori raddoppia ogni quattro anni

Ma, poichè i processori d’avanguardia aumentano di potenza a parità di prezzo, i processori della generazione precedente, la cui potenza rimane fissa, calano di prezzo. Per questo, se è vero che l’investimento per realizzare una nuova tecnologia di microprocessori cresce in maniera esponenziale con il tempo, è vero anche che il profitto prodotto dai nuovi dispositivi cresce, potenzialmente, a ritmi esponenziali. Dunque, vi siete convinti che non si tratta di sfiga ma di pura matematica? 😉

Legge di Moore