A fine ottobre, durante una giornata piovosa, il sindaco De Magistris volle alla presidenza della Fondazione del Forum delle Culture di Napoli il cantante e strenuo sostenitore dei sindaci “arancioni”, Roberto Vecchioni. Per poco la città non piangeva dalla commozione quando il cantante-professore dichiarava: “Il mio è un atto d’amore. Senza ipocrisie. Rinuncio a tutto il resto — dischi, libri, iniziative — per stare un anno qui a lavorare. E so che soldi non ce ne sono. Q

uindi sarà dura, ma mi piace così. Ce l’hanno coi napoletani perché sono i migliori? Dobbiamo dimostrarlo, quello che siamo. A tanti, soprattutto a quei leghisti, capaci di niente.”

Solo che a distanza di un mese si è cominciato a parlare di cifre e compensi: circa 200.000 euro sono quanto sarebbe spettato al neopresidente-cantante-professore. È infuriata la polemica, soprattutto dopo che Vecchioni aveva chiesto agli artisti e musicisti di esibirsi gratuitamente nei 101 giorni della manifestazione. A un certo punto si era addirittura dovuto leggere sul Corriere che Daria Colombo, moglie e manager di Roberto Vecchioni aveva consigliato il marito di lasciar perdere l’incarico e di “chiudere con questa sofferenza”. Ma il neopresidente-cantante-professore ha lasciato tutti spiazzati, dichiarando sabato 3 dicembre di voler accettare gratuitamente l’incarico. Lo spirito polemico sembra aver premuto il pulsante “pause”, ma per quanto?

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Il vero nodo della questione “Forum delle Culture” è veramente capire quanto valga economicamente il personaggio Roberto Vecchioni? Dal momento che dei suoi progetti, delle idee e del programma, ovvero di cosa sarà veramente il Forum non se n’è parlato proprio mai. Nelle polemiche internettiane non si parla mai di quelle questioni “marginali” come la cultura e l’interazione dei popoli, ovvero di quei temi del Forum che nel 2013 vedrà Napoli diventare una “cerniera temporale tra passato, presente e futuro, parte dalla propria storia millenaria per ripensare la modernizzazione della città (come è scritto sul sito del Comune di Napoli e della Fondazione per il Forum delle Culture Napoli 2013). Il tempo passa feroce e ancora non si capisce, stando almeno alle dichiarazioni rilasciate alla stampa e alla comunicazione affidata al sito web del mega-evento, cosa verrà messo in campo per l’occasione e, dall’ altra  parte, cosa significherà tutto questo per la città. Cosa offrirà Napoli ai circa 4 milioni di turisti previsti per il 2013 oltre, ovviamente, al milioncino di abitanti partenopei?

Per carità non pretendiamo di conoscere il programma un anno e mezzo prima dell’inizio dell’evento ma almeno ci piacerebbe capire quale sia l’idea di città che l’organizzazione vuole mettere in campo. E questo, per esempio, lo si potrebbe già capire da quali strutture (e infrastrutture) si vorrà utilizzare in quei 101 giorni, quali quartieri si vorrà coinvolgere e “offrire” al turismo. Senza ipocrisie, di questo si tratta: in che modo e dove saranno investiti i soldi della Regione, dell’UE e dell’Unesco. 

Non per sembrare vilmente veniali, ma tanto è di soldi e compensi che si sta parlando (e polemizzando) da più di un mese! Il che significa che un piano economico, progettuale e concreto – dove sarà stata inserita anche la voce “compenso Vecchioni” – esiste. Allora che lo si renda pubblico, così da permettere alla cittadinanza di partecipare attivamente al rinnovamento e al rilancio della città. Anche perché, se si vuole che il Forum sia un successo sociale economico e culturale per l’Italia nel 2013, non si può prescindere dai suoi protagonisti principali: i napoletani. Se si vuole che questi arrivino tra un anno e mezzo ad accogliere i turisti col sorriso sulle labbra non è possibile immaginare di presentargli il mega-evento come un pacchetto già fatto ma bisognerà coinvolgerli quanto prima in un progetto che riguarda in primis la nuova visione della città. Se poi l’amministrazione dell’evento vorrà anche che Napoli “sopravviva” come capitale della cultura al Forum stesso è necessario che questo non sia visto come un corpo estraneo, che le infrastrutture che si creeranno non saranno le ennesime cattedrali nel deserto ma che tutto venga percepito come parte integrante del tessuto vivo della città. Il sindaco e la giunta, il neopresidente-cantante-professore e la Fondazione Forum delle Culture Napoli 2013 non siano timidi: la città sta solo aspettando di essere coinvolta!