Quante canzoni avete scaricato da Napster?

Chi scrive tantissime! E non solo musica, ma anche immagini, video e varie altre cosette.

Lo so che non bisogna andare fieri di aver contribuito al mercato della pirateria informatica, ma Napster era per chi come me, a cavallo del nuovo millennio, muoveva i suoi primi passi nell’interspazio, un vero paradiso.

Napster ha vissuto per poco più di due anni, dal giugno del 1999 al luglio del 2001, il tempo necessario per affermarsi ben più che come un semplice sistema di peer-to-peer, quanto piuttosto come un vero e proprio fenomeno rivoluzionario: gli utenti potevano condividere direttamente qualunque tipo di file, senza passare attraverso server che li smistavano (come avviene ad esempio oggi con alcuni sistemi di file sharing), ma piuttosto con un sistema molto simile al funzionamento dell’attuale istant messaging.

Nel 2001 Napster fu chiuso a causa della ripetuta violazione di copyright e fu condannato a pagare come indennizzo 26 milioni di dollari come risarcimento per i danni del passato, per utilizzo non autorizzato di brani musicali e 10 milioni di dollari per royalties future.

Gli utenti rimasero privi di uno strumento che sembrava incarnare la libertà stessa del web, la possibilità di scambiare con chiunque ogni tipo di file, a prescindere che due persone si trovassero su due continenti diversi, fu messa seriamente in discussione.

Per poter pagare queste parcelle, Napster tentò di convertire il servizio da gratuito a pagamento. Un prototipo fu testato nella primavera del 2002, ma non fu mai reso pubblicamente disponibile.

Strangolato dai debiti, il 17 maggio 2002, Napster venne acquistato da Bertelsmann AG per 8 milioni di dollari, ma un giudice fallimentare bloccò la vendita a Bertelsmann imponendo a Napster di liquidare i suoi beni e licenziare i suoi dipendenti.

Il sito web chiuse e sulla home page fu pubblicata una sola frase che, a modo di epitaffio, declamava: “Napster era qui“.

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Oggi i programmi peer-to-peer di condivisione file hanno superato come utenze quelle di Napster, mentre lo stesso Napster si è rinnovato offrendo lo stesso servizio ma a pagamento.