La bufala del Decalogo di Noam Chomsky

by | Gen 13, 2015 | Cultura e società | 64 comments

Decalogo Noam Chomsky

In questi giorni, in seguito alle stragi parigine cominciate con l’uccisione di 12 persone della redazione del settimanale “Charlie Hebdo”, ho avuto il dispiacere di trovare sulle bacheche di molti social networkers di mia conoscenza articoli che riportavano il cosiddetto “Decalogo di Noam Chomsky”, un insieme di regole messe a punto da persone senza scrupoli per ottundere le menti delle persone e ottenerne il consenso e “smascherate” dal Chomsky.

Noam Chomsky, professore (credo in pensione…) di linguistica al MIT di Boston (è sua la teoria del trasformazionalismo grammaticale), è conosciuto al grande pubblico non tanto per la neurologia e la linguistica, quanto per le sue posizioni no-global.

Alcuni suoi lavori, dei quali ammetto ho letto solo una minima parte, sono dedicati ai sistemi politici, ai mass media e alla loro interconnessione. In nessuno di questi Noam Chomsky ha scritto il suddetto decalago.

Ora, questo è un fatto.

Purtroppo però nel web, come nel mondo reale, c’è chi dice (o scrive qualcosa) e a ruota gli vanno dietro un sacco di persone, e dietro a queste ancora altre persone, e così via. Finchè la realtà non viene modificata, per errore, per scherzo o per ignoranza.

Che qualche buontempone appassionato di Noam Chomsky abbia scritto il Decalogo non v’è dubbio. Si sarà divertito, ma questo suo lavoro non può essere considerato nè una cosa corretta, nè utile.

Il testo è diventato ben presto virale, tradotto in numerose lingue, riscritto su innumerevoli blog, registrato in numerosi video ed elaborato addirittura in formato immagine.

Al complottismo iniziale (che Noam Chomsky avrebbe smascherato nel decalogo) si sono aggiunte numerose sfaccettature.

Leopoldo Antinozzi (ricercatore universitatario, regista e documentarista) afferma preoccupato:

Ciò che sorprende di Noam Chomsky non è tanto quel che dice, quanto il fatto che lo facciano ancora parlare.

Maurizio Lozzi, dalle pagine del quotidiano online di “economia e cultura” Pagina 99, è più scientifico: descrive punto punto il decalogo per poi lasciarci, in preda all’orrore ma consapevoli di aver imparato una cosa nuova, con questa meravigliosa chiosa:

Se pensate sia fantascienza o non avete mai visto Blade Runner, Nirvana, Matrix o Elysium, un consiglio. Per evitare i media non chiudete solo gli occhi o le orecchie, l’unica è aprire la testa… ma come un paracadute, se no potreste continuare a farvi solo male.

Dino Nicolia (funzionario della Commissione europea e consigliere scientifico dell’Istituto di Relazioni Internazionali di Bruxelles), dal suo blog su Linkiesta invita le persone a stare attente, come fa lui, e dice:

Si tratta di un decalogo molto utile. Io suggerirei di tenerlo bene a mente, soprattutto in periodi difficili come questi.

Non stiamo parlando dei soliti blog “gomblottisti”, tipo quelli dove si trovano le prove del fatto che i rettiliani sono ai massimi vertici del potere mondiale. Quelli che vi ho appena riportato sono blogger dall’aspetto serio e con dei bei curricula.

Tra questi professionisti dell’informazione c’è anche Claudio Messora, già responsabile della Comunicazione del Gruppo Parlamentare del Movimento 5 Stelle al Senato della Repubblica, e ora coordinatore della Comunicazione della delegazione italiana M5S al Parlamento Europeo. Insomma Messora, al di là delle personalità politiche che sostiene (sui siti e blog del M5S di tutt’Italia ci sono decine di articoli sull’argomento “decalogo di Chomsky” che vi risparmio), dovrebbe essere un giornalista serio se è stato anche insignito nel 2010 del Premio Ischia Internazionale del Giornalismo e, nello stesso anno, del Premio Agenda Rossa. Ma del lavoro del giornalista s’è dimenticato di una cosa: il controllo delle fonti, così dal suo seguitissimo blog, tuona

Nel tentativo di strappare la maschera gioiosa del mostro tentacolare che ci ruba l’anima, Chomsky ha individuato i dieci comandamenti della struttura Delta che droga le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria, inducendo le messi umane ad ondeggiare come campi di grano al vento, a volgersi ordinatamente nella direzione in cui un grande polmone meccanico soffia, incessantemente, senza posa.

Qualcuno però, in giro per il mondo, la briga di porsi il problema se questa storia del decalogo fosse vera o falsa c’è stata. Si chiama Naief Yehya  e scrive per RevistaReplicante, una rivista messicana di “cultura critica”. Il brillante giornalista è andato direttamente alla fonte, scrivendo una email all’esimio professore che senza indugio gli ha risposto:

È un falso. Non ne conosco l’origine. Alcune parti sono copiate, o sono simili, a cose che ho detto. Ma non è mio.
Noam Chomsky

La notizia viene quindi riportata sui social network: su Twitter non riscuote molto successo (Noam Chomsky no es el autor del texto fraudulento que ha estado circulando con su nombre: “Decálogo de la manipulación mediática. — Naief Yehya (@nyehya) 22 Marzo 2011) e allora pubblica su Facebook direttamente lo screenshot della email, racimolando solo 19 like a fronte dei  20.980 che ha, da sola, la pagina in lingua italiana.

Naief

Ma non abbattiamoci, non è solo tutta bieca ignoranza questo strano posto che è il web!

Onore al merito a due piccoli (grandi!) utenti del web nostrano: Vincenzo Castagna per un bell’articolo su Castelbuono.org (un urban blog di “Fatti e opinioni del tutto castelbonesi”) e l’utente Anonimo che ha commentato l’articolo su Linkiesta e che si è beccato una bell’accusa di “solito intellettualoide che chiede delle fonti”!

Poveri noi.

Commenti

64 Comments

  1. Mirko

    Qui l’unica Bufalara e ignorante è lei!!!
    NOAM CHOMSKY ha scritto un libro “Le dieci regole del potere”
    se vuole gli lo regalo.
    Proprio in questo libro di trae quel decalogo di cui parla come bufala!!!
    Chissà chi la pagata per scrivere certe stupidate.

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  2. Riccardo Federici

    Cara Lucia Rocco, grazie per questo articolo e complimenti per la pazienza che dimostri a fronte di alcuni commenti veramente inquietanti che ho appena letto. Stavo cercando in internet materiale a supporto del concetto di “arma di distrazione di massa” e sono incappato nelle numerosissime citazioni online che attribuiscono il famoso decalogo a Chomsky. Avendo scritto in passato la mia tesi di laurea sulle fake news, la prima cosa che ho fatto è la verifica delle fonti, ma non ho trovato alcun riscontro tra le opere di Chomsky. Penso che l’equivoco in merito al decalogo nasca dal libro di Chomsky, Requiem for the american dream, the 10 principles of concentration of wealth & power, dove effettivamente c’è un’elencazione dei 10 principi che regolano la concentrazione della ricchezza e del potere. Questi principi non hanno però nulla a che fare con quanto attribuito a Chomsky del famoso decalogo che circola online. Al di là della piaga delle bufale che infestano internet e in particolare i social media, ritengo inquietanti i commenti di coloro che minimizzano la fake news, argomentando che è irrilevante l’attribuzione del decalogo a Chomsky, ma conta solo il contenuto! Penso che chi argomenta in tal modo sia proprio la prima vittima del fenomeno di manipolazione di massa contro cui si scaglia!

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  3. Francesco Paolo

    Il solito modo di procedere deviante, la questione della fonte è assolutamente relativa, se un cosa è giusta lo è indipendentemente dalla titolarità di chi l’ha scritta. Un esempio analogo è il testo I Protocolli dei savi di Sion di cui si dibatte sul falsi veri etc, ma che importa ? Per chi lo ha letto non può non rilevare la stretta applicazione delle strategie e finalità esposte nel testo ( chi dice scemenze non lo ha letto con mente aperta) Per i 10 punti è lo stesso, non importa chi li ha scritti e perché se guardiamo oggi 2021 la pandemia è gestita così ciao ciao

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  4. sermariano

    L’articolo è interessante non tanto per stabilire se si tratta di bufala o contraffazione, se la citazione corrisponde all’autore o in caso contrario andare alla ricerca della fonte. Quello che emerge è che qualunque verità se espressa da un anonimo non se la caga nessuno, se invece ha una firma altisonante allora diventa LA VERITA’. Il problema della comunicazione non sta tanto nei contenuti ma dipende dal personaggio che li propone. Ne sono prova gli odierni influencer che nonostante sparino minchiate a raffica riscuotono schiere immense di followers. Ho scritto le mie dieci regole per “la ricerca della felicità” ma con la mia firma non hanno riscosso alcun favore. Se avessi messo il nome di Ghandi forse ora girerebbero sul web alla velocità della luce. Siamo viziati dal concetto che solo la parola del signore corrisponde alla verità, che solo le menti illuminate ne possiedono il segreto. Duemila anni di indottrinamento religioso ci hanno obnubilato le menti facendo delle sacre scritture l’unica vera fonte di cultura. Personalmente trovo molta più verità nella saggezza dei detti popolari, frutto dell’esperienza e della vita vissuta di chi ha sofferto e tramandato la sua verità per trarne insegnamento.

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  5. 1

    The defender won his seventh England cap during last weeks 1-0 defeat against Germany.

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  6. Roberto

    Non è un decalogo elaborato dall’autore come tale ma ricavato da alcuni sui scritti sul tema della manipolazione di massa. Circola da tempo sul web, e ripropongo ai lettori di scenarieconomici.it la versione apparsa su http://www.lantidiplomatico.it.

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  7. fulvio

    Cara Lucia, giusto per informazione: queste benedette 10 regole , Chomsky le ha scritte o no? Il libro a cui si riferisce Simone Giacometti, esiste o no?
    Grazie.

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    • Lucia Rocco

      No, Chomsky non le ha scritte. Quei concetti sono generalmente ripresi da articoli e libri suoi, ma non ha mai personalmente redatto la lista delle 10 regole.
      Il libro cui si riferisce Giacometti, “Media e Potere”, non è un libro scritto da Chomky, ma a lui attribuito. Qui la lista ufficiale ed esaustiva dei lavori del prof. https://chomsky.info/books/

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      • cicciacuccia

        Ebbrava.Tra l’altro guarda a caso qursto articolo compare tra i primi risultati di ricerca.Se si applica con così precisione nello smascgerare questa bufala llora dovrebbe usare altrettanta precisione per scrivere un titolo un po’ meno clickbait.

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    • Norbu56

      Ma anche se non li ha scritti Chomsky che ci frega?
      Sono la radiografia esatta della situazione attuale.
      Quanto durerà ancora il trucco? Poco. I “potenti” si stanno cagando sotto perché da bravi esoterici sanno di un piccolo problema chiamato entropia.
      Articolo inutile. Una bella poesia o su come aveva passato il weekend sarebbe stato molto più interessante di questo articolo.

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  8. fabior

    Cara Lucia, dopo aver letto i tuoi commenti e le degne risposte che hanno generato, posso solo ringraziarti per aver creato questo spazio di discussione. Ti assicuro che non c è ironia ma rispetto nelle mie parole. Questa pagina mi è stata servita in un calice di cristallo proprio oggi che avevo così sete. Sto cercando da anni una via per definire lo stupore della mia esistenza, capace di modificare il corso delle cose solo attraverso l`entusiasmo o il dubbio che si sprigiona dal mio percepire il reale… Le mie fragili competenze in materia di realtà non mi permettono di vantare riferimenti miliari o altro. So solo che lo sdegno e la propaganda con cui lo si veicola mi hanno sempre fatto domandare se ci sia intenzione nel far smarrire gli intelletti o se la molla del desiderio di risveglio sia proprio nella reiterata menzogna. L’anima fremente (e qui non voglio citar nessuno perché al di là delle pubblicazioni il pensiero umano ha da sempre usato le stesse parole per esprimere gli stessi concetti) non si assopisce mai. Nulla è come appare anche se ciò che appare di solito è quello che rimane più impresso. L`intelletto va coltivato ma dubito possa condurre alla comunione degli intenti. Come dimostra questo bellissimo blog la dialettica funziona al meglio quando sta all’opposizione. A meno che non si è un profeta accade raramente che chi esprime una certa posizione non venga dai suoi pari contraddetto. Buona sopravvivenza

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  9. Roby Rossi

    Ottimo pezzo Lucia, fosse solo per l’interesse e l’interazione che ha creato. Concordo nel ricercare le fonti di ciò che si pubblica, come fosse verità assoluta solo perchè di proprio gradimento e, a questo punto, la stragrande maggiornaza di ciò che è riportato sul web andrebbe così magicamente (e splendidamente) evaporato nel nulla. Questo sarebbe un grande atto di giustizia sociale, nel segno dell’amore per la verità.
    Da anni, tuttavia, campeggia su una delle mie pareti, una stampa delle 10 regole di Chomsky, denunciando così anche il sottoscritto come vittima di superficialità. La soluzione che ho trovato, non riuscendo ad eliminare quel pezzo comunque illuminante dalla parete del mio studio, è stata l’aggiunta di uno scritto in calce che detta “un testo che vale, che si tratti di documento davvero scritto da Chomsky oppure no”

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    • Lucia Rocco

      Sei un grande! Le 10 regole sono quanto mai vere, la tua aggiunta è meravigliosa! 😀

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  10. Vishnu

    Non capisco dove stia la bufala. Sono tutte affermazioni che si ricavano dagli studi di Chomsky. Cosa cambia? Tra l’altro, ha perfettamente ragione su ogni punto

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    • Mandrillo

      Concordo pienamente sul fatto che Chomsky è un massone, appunto perciò sa tutto e lo lasciano parlare coi i

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  11. Simone Giacometti

    Devo informarmi su questa tua osservazione su “media e potere” perché è attribuito a Chomsky! Non si capisce proprio di che cosa ci si possa fidare!

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  12. Simone Giacometti

    Se credi sia il caso posso inviarti la scansione del suo libro “media e potere” in cui il decalogo occupa un intero capitolo dal titolo: “le 10 regole per il controllo sociale”… mi sembra proprio un decalogo!

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    • Luigi

      Io ho trovato il decalogo nella bibliografia di Chomsky.
      La mia domanda è: ma siamo sicuri della bontà della mail???

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    • Carmelo Modica

      Le sarei grato se potesse inviarmi la scannerizzazione o le foto del capitolo. Non riesco a trovare il libro/

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  13. Simone Giacometti

    Condivido, di tutto questo post e commenti annessi, solo gli ultimi due commenti di Marina! Ho il libro Media e Potere, un aggregazione di saggi di Chomsky, in cui si ritrova tutto quello che si può trovare nei video su YouTube parola per parola. Pagina 31 confermo… non è difficile verificarlo acquistando per pochi euro il libro su Amazon o prendendolo a prestito in biblioteca! Qui l’unica bufala è quella mail fasulla che viene segnalata come se fosse stata scritta dal professore! Prima di etichettare come bufala una cosa converrebbe verificare bene… ma comunque nessuno è perfetto. La cosa che mi turba non poco è che gli articoli come questo rimarranno in vista al terzo posto su google, mentre questa risposta la vedranno in 4 persone che al 99% faranno spallucce… spero di sbagliarmi al riguardo! L’autrice farebbe bene a eliminare completamente questo post, anche perché mi sembra dai commenti una persona ragionevole ed equilibrata. Errore sicuramente fatto in buona fede, anche se la paternità del contenuto del video suddetto non ne diminuiva comunque di un centesimo la verità, come molti hanno fatto correttamente notare nei commenti. Si sappia finalmente che il contenuto è ascrivibile parola per parola a Chomsky!!

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    • Lucia Rocco

      Non capisco cosa vi turbi tanto.
      In nessuna parte dell’articolo, né in nessuno dei commenti ho detto che Chomsky non abbia trattato l’argomento delle gestione delle masse tramite i media. Ma di fatto, non ha scritto un decalogo. Tra l’altro “Media e Potere” sembrerebbe più una strana collezione delle parole del Prof. messa insieme dalla Bepress che non un suo testo originale (andando alla fonte, non risulta nemmeno tra le sue opere: https://chomsky.info/books/).
      Lascio sul mio blog quello che ritengo opportuno.
      Aggiungo, per correttezza a tutti quelli che si sono presi la briga di condividere con me i propri pensieri, uno stralcio di un’intervista del 2013 (ad opera di Michalis Nevradakis). Potrebbe essere uno spunto di riflessione.
      M. N.: In the past, you’ve developed a list of media manipulation strategies that the media around the world uses in order to establish control and to manipulate in many ways the audience. Do you believe that the people of Greece are victims of any of these strategies, or do you believe that the global community has fallen victim to these strategies, as a result of the very negative reporting about Greece in the global media?
      Chomsky: Well I should add a cautionary note here. You may be referring to something that circulates on the internet called, I think, 10 strategies of manipulation by the media, which is attributed to me, but I didn’t write it. There have been many efforts to correct it, to get it off, but once something’s on the internet, it’s hopeless. So if that’s what you mean, it’s not mine. I wouldn’t say the media have a particular strategy, I mean, the media are different in different countries. But, take, say, the United States, which has been the most intensively studied, I think, other Western European countries are pretty similar but there’s not as much study of them. In the United States there are very definite pressures, institutional pressures primarily, which tend to drive media coverage and choice of issues and so on, in particular directions, which are not surprisingly, tend to be supportive of major power structures — the state and the private sector and concentrated private power, which are very closely linked. I and others have written about these pressures —I wouldn’t call it a media strategy— it’s a reflection of the pressures within which they function. And I think…there’s a huge amount of documentation which, in my view, shows quite persuasively that these pressures have a big impact —not 100%, there’s a range of variation— but very substantial impact on what the media choose to focus on, and what they report about it, and how they present it. You see that all the time. I mean, you can hardly open a copy of the newspaper without seeing it. So take, say, this morning’s New York Times. There’s a front page story, if you look at the headline, the story is about an evil man, he’s called, who’s in charge of creating chaos in Iraq. I mean, you can think of somebody else who created chaos in Iraq: namely, the United States, which, first of all, imposed 10 years of murderous sanctions, practically devastated the society, then invaded the country, killed hundreds of thousands of people, displaced a couple of million out of the country, half destroyed the society, engendered a bitter ethnic conflict which didn’t exist before, and it’s had horrible effects. Well that’s creating chaos, but since we did it, it’s not creating chaos. And if Iran is trying to, if you read the report, is trying to extend their influence into Iraq, their neighboring country, as we do and everyone else does —that’s causing chaos. Well okay, that’s a perception that reflects the interests of state and private power here, and we could regard as laughable if we saw it somewhere else. And that’s typical and you find it constantly. I don’t think it’s conscious, it’s just deeply embedded in the mentality of not only the media but the educated classes pretty generally. So I doubt if many readers find this very surprising.

      Ritengo in ogni caso, molto più interessante il dibattito su COSA abbia detto Chomsky, che non quello su un presunto decalogo di sintesi del suo pensiero generale.

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  14. Marina

    Potremmo, per correttezza, vedere le differenze su ciò che è stato divulgato e ciò che Chomsky ha scritto…se volete vi riporto esattamente il testo…invece di litigare potremmo ricostruire il percorso magari ne caviamo qualcosa di positivo.

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  15. marina

    Non capisco molto bene tutto questo dibattito. Ho in mano il libro di Chomsky, Media e potere,2014, edizioni Bepress. A pag.31 c’è il famoso decalogo in questione. Parola per parola. Quindi…di che cosa stiamo parlando?

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  16. Alex

    Salve Lucia,

    non mi dilungo molto come fatto da altri utenti nel cercare di farLe rivedere la Sua posizione ma mi limito solamente a dirLe che il Sig. Noam Chomsky è stato definito come uno dei più importanti intellettuali del XIX-XX secolo (forse meglio scrivere in “itagliano” così Le risulterà più comprensibile 19°-20° secolo), ha pubblicato “solamente” 101 libri di vario genere trattando diverse tematiche e non solo quelle che gli individui come Lei definirebbero “complottiste”, tre registi hanno investito “solamente” 4 anni della loro vita e denaro per realizzare un documentario (dei totali inetti).

    Adesso La prego, potrebbe gentilmente dirmi dove posso reperire un Suo libro per potermi illuminare la mente ed accrescere il mio bagaglio culturale? così magari smetto di leggere ed ascoltare Noam Chomsky.Una persona di elevato livello intellettuale come Lei che opina questioni importanti come “Opinioni sparse su tecnologia, sulle donne, sulla società e sulla musica che mi piace (solo quella).” , dovrebbe diffondere il Suo sapere quanto più possibile nel mondo.

    Certo di un Suo celere riscontro in merito, La ringrazio e saluto.

    P.S. ovviamente non intendo rubarLe troppo tempo, la priorità alle Sue “Opinioni sparse su tecnologia, sulle donne, sulla società e sulla musica che mi piace (solo quella).”

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    • Lucia Rocco

      Adoro il pensiero di Noam Chomsky e il mio articolo non si riferisce a ciò che ha scritto ma a ciò che gli viene erroneamente attribuito.
      Si dilunghi pure, questo blog é solo un hobby!
      Mie pubblicazioni? Non gliele consiglio, sono noiose trattazioni archeologiche!

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  17. Marica

    Bhe, se Chomsky nega la partenità… Sylvan Timsit la rivendica…solo che è da leggere in francese.

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    • Lucia Rocco

      Grandioso! Potrebbe gentilmente indicarmi del materiale? La ringrazio kn anticipo!

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  18. Stefano

    Trovo paradossale che un Decalogo così diffuso in rete, venga costantemente linkato anche da noti intellettuali e che Lei pare l’unica persona che si sia presa seriamente la briga di verificarne l’attendibilità. Grazie, nel mio piccolo cercherò di diffondere il più possibile questa pagina, sperando che ciò Le sia gradito.

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  19. Ermanno Dotoli

    Ritengo irrilevante sapere chi ha scritto quel decalogo. Per me può averlo scritto pure “pinco pallino”: è molto più rilevante il contenuto, che condivido totalmente o quasi, piuttosto che l’autore

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  20. Luca

    Se serviva un nuovo iscritto eccomi qui.
    Poco importa se le 10 regolette sono state o meno elaborate da Chomsky od altri sintetizzando in parte o totalmente il suo pensiero e oggi diventi utile disquisire su questo aspetto distraente.
    La questione è diversa: è o non è aderente alla Realtà? A mio parere lo è perché mi ritrovo in tutte e 10 le affermazioni. Poi se la signoria vostra illustrissima trova vantaggioso trollare su questo aspetto, si accomodi pure.

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  21. Pescecontro

    Nel 2012, e quantomeno il 07/08/2012, anche wikipedia attribuiva la paternità del celeberrimo decalogo a Noam Chomsky (ho la stampa pdf del lemma relativo dedicato al famoso linguista che posso fornire tranquillamente tramite e-mail). So che wikipedia non è la bibbia (nemmeno la bibbia è la bibbia… 😉 ) ma la fonte riportata faceva riferimento a codesto articolo: http://www.vocidallastrada.org/2010/09/le-10-strategie-di-manipolazione.html
    Anche qui, nei commenti, era già sorto il problema della fonte. Ai tempi non avevo controllato tale fonte (o se l’avevo fatto non ne ho tenuto traccia). Ora, nella premessa al decalogo su tale pagina internet, è riportato quanto segue:
    “Viene qui proposto uno schema che si rifà al linguista Noam Chomsky, dalle cui riflessioni si estrapola un decalogo, una lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.”

    Un’ultima cosa: Non bisognerebbe dire “La bufala del decalogo di Noam Chomsky”, ma eventualmente “La bufala nell’attribuzione della paternità del decalogo a Noam Chomsky”.

    Cordialità.

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    • Luca

      Si può anche disquisire sulla paternità delle 10 affermazioni ma non certo sull’aderenza alla Realtà.

      Ho letto un paio di libri di Chomsky e non ho trovato le 10 regole così come esposte, ma Naom ha una serie di pubblicazioni davvero notevole e alcuni suoi testi sono complessi come è complessa la linguistica, quindi non ho idea se da qualche parte il tazebao sia pubblicato su supporto cartaceo.

      Qualcuno può anche aver estrapolato il decalogo dalla sua bibliografia e lui non saperne nulla, ma il concetto che passa è certamente aderente alla Realtà percepita per chi la voglia percepire, in quanto io, ad esempio mi ritrovo perfettamente in tutte e 10 le regole.
      Del resto se non avessero avuto senso non sarebbero propagate sul WEB come altre migliaia di stronzate che circolano anche se attribuite a uomo autorevole.

      Sicuramente è uomo anti-sistema ed è strano che lo facciano ancora insegnare al MIT.
      Fra un pò questa trollatrice ci racconterà che anche la metafora della rana bollita non appartiene a Chomsky, ma poco importa, il Sistema sta lavorando in quella direzione in quanto è evidente che la Massa oltre ad essere obnubilata da un imperante ottimismo socratico (scientifico), è distratta ed ospedalizzata o se si preferisce completamente sedata e atrofica pronta a transumare ad un ulteriore livello di “artificializzazione”.

      La Realtà che si osserva quadra con altri autori come 1984, La fattoria degli animali di Orwell, Guerra e Rivoluzione di Tolstoj, Il Capitale K. Marx, L’Anticristo, Al di là del Bene e del Male, Genealogia della Morale, La nascita della Tragedia di F. Nietzsche, La Guerra spiegata a… del Gen Fabio Mini.

      Insomma chi osserva le cose da punti di vista diversi, non può non notare la deriva o il miglioramento.
      Dipende da chi e per chi lo si intende.

      Divagando un altro autore interessante (cacciato da Yale che oggi insegna in Inghilterra) è invece David Graeber che con il suo https://www.ibs.it/debito-primi-5000-anni-libro-david-graeber/e/9788842817970
      risulta davvero notevole.

      E’ l’analisi economica osservata dal punto di vista antropologico: smonta qualche dozzina di luoghi comuni che gli economisti da qualche secolo somministrano su Debito, Moneta e Lavoro.
      Molto ben documentato, ricchissimo di riferimenti.

      Tra l’altro, conferma la dittatura statunitense sul piano militare (e questo è noto) e la rivela sul piano economico attraverso IMPOSIZIONE di acquisto del Debito USA (Fondi) alle Banche dei “protettorati” (o colonie, se si preferisce, come ad es. i paesi dell’Europa) che poi somministrano ai clienti.
      Periodicamente poi si fa saltare il sistema con qualche evento estremo in modo da tirar su il bottino dei risparmiatori avidi (ovvero tutti noi).
      Quindi attenzione alla prossima retata perché molti pesciolini rimarranno attaccati visto che oggi il Capitale “tranquillo” non rigenera più e tutti sono orientati ad acquistare Fondi di Investimento e Pensione!!

      Dichiara infine che “lo sanno tutti che il debito americano non sarà mai pagato” e questo fa intravedere (anche se non lo dice esplicitamente) che prima o poi la Cina (che detiene il 50% del Debito USA) potrebbe passare, invano, all’incasso.
      Buona Sopravvivenza

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      • Pescecontro

        Ottime osservazioni Luca che condivido appieno. Ti chiedo un’informazione: anch’io ho sentito parlare spesso del libro 1984 di Orwell come di un libro profetico ma non l’ho mai letto ed ho sentito parlare anche del libro di Haldous Huxley “Il mondo nuovo”, sempre come di un libro profetico. Tu li hai letti? E se si quali di questi due mi consigli di leggere per primo?

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        • Luca

          1984 l’ho letto tanti anni fa, ma lo rileggerò.
          Pensa tu,parla di psicopolizia. Scritto nel 1948 è tutto un dire.. è importante rileggersi i libri a distanza e cambiare anche edizione io a volte lo faccio.
          Cambia la prospettiva, cambia la visione è come leggersi ad esempio “Se questo è un uomo” di Primo Levi a 16 anni somministrato dal Sistema Scolastico Convenzionale a colpi di retorica e rileggerselo da soli a 40/45 anni dopo aver vissuto altre esperienze e letto altri libri.

          Cambia la musica perchè solo allora capisci bene cosa ti voleva dire NEL PROFONDO Primo Levi e ti vai subito a leggere “La Tregua”, “I Sommersi e i Salvati”, “La chiave a stella” altro che le sciocchezze che ti raccontano giornalai, critici e scuola.
          Primo Levi non è amato dal potere.
          Nel profondo, ma a ben vedere anche in superficie, non piace alla politica sia essa di dx che di sx e tanto meno alla chiesa era ateo.

          Leggere, leggere per capire.
          Possibilmente le vecchie edizioni che trovi ai mercatini costano meno e sono migliori
          Ci sono differenze nelle Traduzioni.
          L’Anticristo di F. Nietzsche lo trovi annacquato oppure vero, dipende dall’editore.
          Ci sono critici cattolici che ti fanno vedere questa opera come un opera cristiana. Allucinante.

          Questo è un sistema di merda che non ti fa leggere e quando te lo permette lo fa con i suoi autori “alla moda” per festeggiare la fiera della superficialità, della banalità, dei luoghi comuni…
          Passare alla Filosofia, alla Letteratura, all’Antropologia: è già stato tutto scritto dell’animo umano a partire dagli antichi greci.

          E’ un Sistema che ti vuole atrofizzare, ridurre al minimo, all’essenziale, perchè sei un costo quando va male, una merce che consuma altre merci quando va bene e ti fa sentire pure un figo perchè riesci ad avere una bella opinione confezionata dall’opinionista di turno.

          Opinionista che nel passato era giornalista-giornalaio e che, per campare, si è trasformato in modo da sollevare dalla fatica il babbeo di turno a detenere un opinione.
          Quest’ultimo al ritorno dal lavoro, spremuto come un asino, si appoggia davanti alla TV ad assorbire idiozie in gran parte prive di logica e di senso costruite su misura per creare un idem sentire.
          Il tutto per meglio governarlo come un pollo da allevamento, nemmeno da fattoria (… degli animali). Esattamente come si standardizza un prodotto/processo a livello industriale.

          E’ un sistema che prima ti mette in povertà poi ti fa decidere.
          Vuole Uomini-Bonsai non Uomini-Piante.
          L’esatto opposto di quello che voleva la Montessori con il suo metodo ricavato dall’Emilio di J.J Rosseau.

          Devi distrarti per poter reggere la merda che ti somministrano ogni giorno:
          1- corri come un cretino per sopravvivere al Sistema rincorrendo PIL e un Simbolo di Moneta che anche quando è accumulato in Riserva di Valore (Risparmio) non è più nemmeno tuo, anzi oggi si rischia di perdere anche quella illusoria libertà,
          2- ti stordisci con cazzate tecnologiche;
          3- vai di fighettine, partite e altri diversivi;
          4- peggio ti rimbambisci con la sedante Teologia di Stato…
          insomma stenditi, sborniati,con catetere, flebo e pannolone che reggi meglio la pseudorealtà.
          Ma forse,a ben vedere, conviene rimanere lì : felicemente ospedalizzati e morti viventi prima ancora di crepare fisicamente.

          Io non ho la verità in tasca ma sono stanco di essere preso per il culo da un sistema di merda.
          Poi ognuno si obnubili e si stordisca pure con partite e fighettine sfuggenti

          Haldous Huxley invece purtroppo non lo conosco l’ho messo in fila tra gli autori che devo leggere ma mi hanno detto che è notevole.

          Reply
          • Pescecontro

            Grazie mille!
            P.S.: se per caso scrivi da qualche parte in internet mi puoi dire dove?
            Mi interessa il tuo modo di ragionare!
            Se non vuoi divulgare pubblicamente dove, puoi anche scrivermelo in privato a questa e-mail:
            [email protected]

            Reply
  22. matteo ansanelli

    Gentilissima Lucia Rocco,
    Ho trovato utile, interessante e divertente il suo articolo.
    Ho un dubbio: qual’é la fonte che smentisce il decalogo?

    Reply
  23. tuo

    Bravi siete tutti bravissimi!!!

    Reply
    • Lucia Rocco

      Grazie, anche se il suo è un commento sarcastico!

      Reply
  24. Silvia Mazzillo

    interessante approfondimento, ma sarebbe ancor più interessante sapere quali sono le affermazioni del decalogo attribuibili a Chomsky e quali non; a meno che tutti siano più interessati a scoprire dove catturare il più pericoloso dei Pokemon…

    Reply
  25. Silvia Mazzillo

    interessante approfondimento, ma sarebbe ancor più interessante sapere quali sono le affermazioni del decalogo attribuibili a Chomsky e quali non; a meno che tutti siano più interessati a scoprire dove catturare il più pericoloso dei Pokemon…

    Reply
  26. Marco!

    Il dialogo di Matrix? “Lei non conosce le infinite vie del male”?
    Mi domando se lei, Lucia Rocco, si sia divertita, come me, a leggere quei deliri, oppure se un pochetto non sia entrata in ansia per, appunto, quei deliri. Come me.

    Reply
      • Marco!

        Già, abbastanza da non capire – far finta? -il paradosso del denunciare la manipolazione dell’informazione, manipolando l’informazione, ma, tanto, se le vie del male sono infinite, anche quelle del bene, penseranno!

        Reply
      • Luca

        Goym o Goyim nel Talmud è il NON EBREO o ARIANO nato per servire l’EBREO.
        E’ espressione cui si da un significato sprezzante.
        La semantica ha sempre un suo peso ed esprime il “senso della realtà” che in questo caso appare ribaltata rispetto quella che era la visione nazista.
        Il saluto Oylem Goylem è significativo e in questo senso, caratterizza il sito che predispone a disorientare trollare. Per questo a me piace disquisire con riferimenti alla mano.

        Di Goyim si parla in “Bagatelle per un Massacro” di Celine antisemita che lavorò per qualche anno con i Rothschild e li conobbe quanto basta.

        Il romanzo fu pubblicato a fine anni 30 in Francia e vendette milioni di copie, fu censurato nel dopoguerra, per poi riapparire qualche anno fa anche in diversi formati pdf on-line.
        Solo in una versione non era ferocemente contestato ed è sparita da google.
        Ne ho trovato una copia fisica in un mercatino e sono contento dell’acquisto perchè mi ha aperto gli occhi.

        La sintesi è “E’ ATTRAVERSO IL MALE CHE SI OTTIENE IL BENE” concetto espresso in forma simile anche nell'”Anticristo- condanna del Cristianesimo” di F. Nietzsche e che si applica nella quotidianità ed è ad esempio codificato anche nel mondo forense: Causa che pende causa che rende. Dunque tanto Male Tanto Bene. il PIL stesso è la miglior espressione economica di questa cultura UMANA. Un invalido muove un PIL formidabile è fuori di ogni dubbio.

        Per carità dobbiamo tanto alla razza ebrea saferditi e ashkenaziti (discendenti delle comunità ebraiche medievali della valle del Reno- da wikipedia)
        In particolare questi ultimi hanno un QI superiore alla media…
        Gente come Ricardo, Marx (vero nome Mordechai), Primo Levi, Kafka, Fromm, Freud, J.C. Levi Strauss, Fermi, Bauman, lo stesso Chomsky ecc… solo per citarne alcuni hanno dato contributi eccezionali in termini di conoscenza e io ne sono goloso lettore… ma ci sono dei bastardelli che circolano in giro.

        Non va dimenticato che il nazismo fu finanziato dagli stessi ebrei.
        Certo https://it.wikipedia.org/wiki/Hjalmar_Schacht
        ottenne da Banche ebree USA e GB i finanziamenti per rimettere in moto la Germania post 1^ guerra mondiale.
        La stessa rivoluzione russa (cita Celine) fu finanziata con soldi ebrei.

        Per capire bisogna chiedersi come la Germania alla fine del 1° conflitto che uscì umiliata e distrutta ottenne i soldi per mettere in piedi in un decennio la macchina da guerra più potente al mondo.

        Al termine del conflitto il 90% delle aziende come IG Farben (citata da P. Levi nelle sue opere) non fu bombardata e questo deve fare riflettere visto che in un conflitto la 1^ cosa che si insegna in Arte Militare è distruggere la parte industriale del nemico.

        Buona sopravvivenza

        Reply
  27. Lucia Rocco

    Gentile sig. Leopoldo,
    innanzitutto la ringrazio per il commento lasciato sotto l’articolo. Tra i vari blogger citati e, volontariamente (tramite il link all’originale), chiamati in causa, è stato l’unico ad essersi preso la briga di rispondere alla mia “provocazione”.
    Detto questo, vado per punti:
    In primo luogo mi fa piacere che lei concordi con me sull’importanza della ricerca delle fonti. Su questo non ci sono dubbi. Dunque non vedo dove sia il problema il definire “bufala” qualcosa che oggettivamente non è vera.
    Non ho mai negato nell’articolo il fatto che il prof. Chomsky abbia trattato il tema della comunicazione di massa (essendo lui innanzitutto un linguista e un teorico della comunicazione) e di come essa possa influire, anche negativamente, sulle scelte delle persone. Da qui ad attribuirgli però un decalogo è, come denunciato da lui stesso, un evidente falso (comunicativo?).
    La ringrazio per l’invito ad “evolvermi”. Sa, non poteva farmi invito migliore. Vivo nella costante tensione a seguire il dettame morale di Socrate: “Conosci te stesso”. Ritengo che la mia formazione filosofica, di stampo kantiano e marxiano, e quella spirituale, di tipo teosofica, mi vietino categoricamente il “fermarmi” nel processo gnoseologico quotidiano. Per questo la ringrazio vivamente.
    Quanto le ho scritto era unicamente giustificato nel spiegare il mio punto di vista circa una eventuale “guerra psicologica”. Ecco, non credo che uno sparuto gruppo di persone ne stia combattendo una contro l’intera popolazione mondiale scientificamente. Credo semplicemente che sia il capitalismo (nelle sue forme storiche e in quella presente) abbia sempre avuto la necessità di avere masse ottuse per vendere prodotti, idee e comportamenti. E lo fa attraverso una propaganda (pubblicitaria), certamente senza scrupoli, ma nemmeno diabolicamente premeditata. Che poi le masse ottuse siano facilmente manovrabili questo è ovvio: il “desiderio di ricchezza del sottoprolariato”, citando Pasolini, provoca mostruosità intellettive di non poco conto.
    In ultimo: ho notato che nel suo commento lei parla spesso di massoneria. Purtroppo, e la invito a spiegarmi meglio il suo punto di vista, non capisco cosa intende. Cosa legherebbe il neuro-marketing a una pratica esoterica di grande dignità come la Massoneria? E poi, perché offendere il grande acume del prof. Chomsky e la naturale portata delle sue idee riducendo l’uno e l’altra a un patto tra “uomini liberi”?
    Cordialmente

    Reply
    • Leopoldo Antinozzi

      Gentile Lucia,

      ho capito la situazione. Da quel che scrive devo dedurre che la sua è soltanto leggerezza. Dovrei dire superficialità, ma non vorrei sembrarle offensivo. Anzi, mi perdoni se l’ho detto.

      Mi sento un po’ imbarazzato. Lei evidentemente ha ancora un animo vergine e non conosce le infinite vie del male che stanno uccidendo il mondo, con buona parte dell’umanità che vi abita.

      A questo punto, però, visto che siamo in un momento storico assai critico e c’è bisogno del maggior numero di persone risvegliate, in fondo mi dice che vuole evolvere, le propongo di ascoltare molto attentamente il seguente dialogo. Probabilmente lo conosce già, ma le chiedo di prenderlo estremamente sul serio perché non si tratta di fantascienza.

      https://www.youtube.com/watch?v=C52iPuvbPUA

      Se e quando avrà preso la sua decisione, potremo continuare il nostro dialogo in privato. Con simpatia.

      Reply
      • Sara

        Scusi se vado leggermente fuori tema, ma é un po che mi pongo una domanda alla quale nessuno risponde.
        A proposito di Chomsky, nel 2014 ha tenuto delle conferenze a Roma dove ha criticato come “non democratico” il governo Monti, facendo chiari riferimenti ai suoi rapporti con le banche, dati ampliamente diffusi dal blog di Grillo. Sempre in quella conferenza, Chomsky ha avvertito del pericolo dei blog per la democrazia, in quanto si tratta di comunicazione prevalentemente unilaterale.
        La mia domanda è perché Grillo ha riportato solo le parti del pensiero di Chomsky? Non si tratta di “omissioni ” tendenziose?
        Ho sempre letto attentamente il blog di Grillo, é questa non é l’unica omissione che ho notato.

        Reply
    • Lucia Rocco

      Lei riesce, spero volendo, ad essere sempre così gentile con me.
      Lavoro tanto per avere un “animo vergine”, dacchè con pregiudizi e impurità raramente si raggiunge a sfiorare la Verità.
      Bellissimo il dialogo di Morpheus a Neo. Che poi, le pare?, ricorda tantissimo i rituali di iniziazione esoterica.
      Chissà che i due fratelli Wachowski non si siano direttamente ispirati a quello di stampo massonico.
      La conversazione può continuare quando vuole via email.
      A presto

      Reply
  28. Leopoldo Antinozzi

    Visto che sono tra quelli a cui lei ha voluto attribuire indirettamente la “bieca ignoranza” di cui tanto si lamenta, le faccio presente quanto segue:

    ostentare la parola “bufala”, tanto di moda oggi, serve più per sotterrare verità assai scomode che per confutare effettive falsità. Le faccio presente che la sua precisazione oltre ad essere alquanto pedante è anche del tutto fuorviante. Ammetto certamente che verificare le fonti dovrebbe essere il primo dovere di ogni comunicatore, ma da qui a definire “bufala” ciò che viene detto in quel decalogo è un salto eccessivamente ligio a certo feticismo documentario che rischia di annullare e seppellire il reale contenuto del decalogo.

    Oltre al fatto che Chomsky ammette la paternità diretta di alcune delle affermazioni avanzate, c’è da considerare che uno vero spirito critico non può che constatare la fondatezza di quel decalogo e di conseguenza preoccuparsene assai, piuttosto che soffermarsi su dettagli poco significativi con lo sguardo puntiglioso della maestrina. Le consiglio di evolversi e usare meglio il suo tempo per analizzare la natura allarmante del contenuto del decalogo; magari sarebbe attratta dall’enorme documentazione ormai esistente sulla guerra psicologica in atto da decenni ai danni delle masse e scriverne sul suo blog. Vada per esempio a studiare le attività di certi istituti di ricerca come il Tavistock, con sede a Londra, che ha sviluppato sofisticate tecniche di lavaggio del cervello delle masse, di cui il decalogo di Chomsky rappresenta efficacemente la sintetica vulgata.

    Le cito infine il primo di una serie di volumi ponderosi, uscito recentemente per i tipi di Chiarelettere, dedicato all’intervento massonico nei fatti della nostra storia recente, in cui si dà ampio e puntuale risalto, lontana da superficialismi e massimalismi, di come le frange reazionarie e neoconservatrici della massoneria si siano mosse con successo proprio nella direzione che il decalogo ci indica. Il libro si intitola “Massoni”, di Gioele Magaldi. Dal medesimo testo si viene a sapere tra l’altro che Chomsky stesso è massone, motivo probabile della sua accurata conoscenza della manipolazione di massa attuata da costoro. Per lo meno ora sappiamo perché lo lasciano parlare.

    Cordiali saluti.

    Reply
    • Sara

      Ho letto attentamente il post, mi pare che il riferimento alla “bieca ignoranza” sia molto marginale. Secondo me l’autrice semplicemente mette in evidenza uno dei tanti problemi della informazione, sia via web, che per altri mezzi.
      Sta a noi, trovare le armi per cercare di capire quale é l’informazione più onesta.

      Reply
      • Rosario Consoli

        D’accordo con Sara.

        Reply
      • Cristina Avello

        Buongiorno, io ho il libro “Le dieci leggi del potere” ma non sono le dieci regole del decalogo “fake” che gira in rete. Infatti tratta la manipolazione dal punto di vista del liberismo economico, e solo marginalmente dell’informazione. Se vuole un testo valido per le regole della manipolazione occulta le suggerisco Gianluca Magi “Le 11 tattiche di manipolazione oscura” ed. Piano B, 2021

        Reply
    • massimopedrini

      correggo, del libro Le 10 leggi del potere di Noam Chomsky l’editore è: Ponte alle Grazie marchio Salani editore del gruppo editoriale Mauri Spagnol. A seguire le specifiche per acquistare il testo.

      Le dieci leggi del potere
      Ponte alle Grazie
      ISBN 9788868338206

      Reply
      • Riccardo Pellegrino

        1. Oggetto dell’articolo è la paternità del decalogo in capo a Chomsky, non la sua fondatezza. È palese però che un documento falsamente attribuito risulta di per sé poco attendibile anche fosse intrinsecamente corretto.
        2. La Massoneria universale è una istituzione iniziatica che ha quale scopo l’elevazione di ogni singolo Fratello Massone e tramite loro dell’umanità tutta, anche e sopratutto mediante lo sviluppo di un pensiero critico. I valori fondanti della Massoneria sono la libertà, l’uguaglianza e la fraternità, gli stessi ideali della rivoluzione francese. Massoni erano Garibaldi, Mazzini, Mozart, Voltaire, il Mahatma Gandhi, Walt Disney, Totò, Einaudi, praticamente tutti i padri fondatori USA e due su tre (non ricordo quali) degli astronauti dell’Apollo 11.
        Quindi finiamola di parlare di cose che non si conoscono elevandosi a professori del sentito dire, grazie.

        Reply
      • Danifisarmonica

        Dai commenti al suo illuminante articolo – che ho trovato perché, appena letto il decalogo, sono andato subito sul web a cercare una verifica della fonte – mi rendo conto che nemmeno di fronte al chiaro smascheramento della falsità e della menzogna i complottisti riescano a fare ammenda. Me ne rendo conto continuamente, c’è un legame morboso con la falsità, direi ossessivo, compulsivo. Rimane però, leggendo tutto il dibattito, un elemento di sorpresa: come si fa ad essere marxisti e teosofici allo stesso tempo? è una cosa che mi intriga e mi sorprende. Poi c’è un altra considerazione sulla massoneria: le origini dlla massoneria furono senz’altro nobili e hanno portato ad importanti ma anche discussi progressi nella società civile; ma oggi la massoneria non è che il legame di persone che si uniscono all’insaputa di tutti per controllare il potere in modo occulto tramite la loro complicità; ci sono settori nevralgici della società dov se non sei massone non hai alcuna possibilità di andare avanti. E questo mi rende odiosa la massoneria.

        Reply
    • Ale

      È vergognoso come una persona che ammette candidamente di non aver letto l’autore in questione si permetta di sostenere che il decalogo sia una bufala. Per fortuna che esiste il libro a riprova. Certa gente dovrebbe essere interdetta dal web

      Reply
      • Nicholas Boncardo

        Appunto, il libro in questione NON contiene questo decalogo, pertanto NON ne rappresenta la riprova.
        L’e-mail di Chomsky stesso, a meno che non soffra di Alzheimer o demenza senile, è l’unico riferimento valido.
        Supponendo che Chomsky invece menta, nessuno è ancora riuscito a ritrovare questo decalogo in alcuno dei suoi scritti.
        Ma ha letto per intero il libro a cui si riferisce? L’unica cosa che ha in comune con questo decalogo è il “dieci”…

        Reply
    • giovanna bove

      PESSIMO ARTICOLO !

      Reply

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